Paesaggi e luoghi storici da scoprire…

Calci

Il percorso delle gare inizia da Calci (da “calceus”, ovvero piede, perché ai piedi del monte), paese situato in una ampia valle detta Val Graziosa. Circondato dal Monte Pisano e situato a circa 10 Km da Pisa, è sempre appartenuto ai territori della Repubblica Pisana. Da Calci, ove è possibile ammirare una famosa pieve medievale, i tracciati di gara salgono in alto, sul crinale, seguendo sentieri tracciati dall’uomo nel corso dei secoli fino ad adesso, per ritornare al punto di partenza. Il sentiero 00 del Monte Pisano, permette di accedere a punti di osservazione unici e di vedere scorci stupendi sulla Val Graziosa, la pianura di Pisa che si estende verso il mare, fino a spaziare lo sguardo anche sul versante lucchese fino agli Appennini Tosco Emiliani, e le Alpi Apuane.

Certosa di Calci

Monastero certosino fondato nel 1366 per volontà dell’arcivescovo di Pisa. In ottimo stato di conservazione, vi si sono succeduti interventi fino al XVIII secolo. L’aspetto attuale ha forme barocche ed il suo interno ci permette di comprendere appieno lo stile di vita e le regole dei frati certosini: un grande cortile subito dopo l’ingresso per la vita comune ed i contatti con l’esterno, più internamente la sequenza di celle, orti, spazi e luoghi riservati alla preghiera ed alla meditazione. In una parte del complesso è stato allestito un Museo di Scienze Naturali che trova le sue origini nel XI secolo; meritano quindi attenzione non solo per il valore scientifico o didattico, ma anche per quello storico, le collezioni di zoologia, di anatomia comparata e di paleontologia

Nicosia

 Il convento e la chiesa dedicata a Sant’Agostino furono edificati intorno al 1260 per iniziativa di Ugo da Fagiano, agostiniano nato nei dintorni di Pisa, vescovo di Nicosia in Cipro nel 1251 e ritornato a casa dopo la rinuncia alla carica per motivi di salute. La località prende appunto il nome della diocesi in cui aveva svolto il vescovato e non  a caso fu scelta come base per edificare un convento con annesso ospizio per dare alloggio ai viandanti e “bonificare” la zona notoriamente frequentata da briganti. Ugo da Fagiano è sepolto nella chiesa da lui fondata. Monastero agostiniano fino al 1500, il piccolo chiostro ospita due stupendi esemplari secolari di camelia, sembra importate dall’oriente da uno degli ultimi frati del convento. Attualmente in degrado, ospita iniziative locali culturali.

Verruca

Il picco roccioso del Monte Verruca è coronato sulla cima dalle rovine dell’antica Fortezza, punto strategico nella guerra della Repubblica Fiorentina contro Pisa; estremo baluardo e fulcro della resistenza pisana per l’indipendenza nel corso dei secoli, i Fiorentini riuscirono ad espugnarla definitivamente nel giugno 1503 dopo un aspro combattimento, concedendo l’onore delle armi al comandante pisano Giovanni Rossi de’ Lanfranchi. Secoli di storia e di battaglie si “leggono” nelle successive modificazioni alla struttura e ai sistemi di difesa, ma proprio dopo che vi erano stati apportati i più importanti lavori di ammodernamento, per altro mai completati,, la Rocca della Verruca iniziò a perdere progressivamente importanza e fu soggetta ad uno stato di abbandono che si è prolungato fino ad oggi. Poco distante un erto sentiero parzialmente lastricato sale verso il Monte Lombardone ed il Sasso della Dolorosa, baluardo dei combattimenti più violenti fra Pisani e Fiorentini. Da notare che per la scienza geologica esiste una roccia detta “Verrucano”, introdotta nella letteratura dal naturalista pisano Paolo Savi nel 1832, caratteristica principalmente di questa zona, da cui venivano estratti blocchi per ricavarne macine per mulini e pietre da costruzioni.

Montemagno

Piccolo borgo altomedievale arroccato sul monte, fra la Verruca ed il Serra, in mezzo ad oliveti e boschi. Vi nacque Pietro Bernardo Paganelli, meglio noto come Papa Eugenio III, noto per aver bandito la seconda Crociata dei Cristiani in Terra Santa; uomo semplice, di famiglia contadina, iniziato alla religione cattolica presso un romitorio, ormai caduto in rovina, vicino al paese di Montemagno, arrivò al soglio pontificio inaspettatamente nel 1145. Morì nel 1153, lo stesso anno di San Bernardo, suo amico e collaboratore.

San Bernardo

Uno dei luoghi più antichi presenti sul Monte Pisano, nato prima del X secolo come eremo dedicato ai santi Iacopo e Verano, la zona era chiamata “Costa d’Acqua” per la presenza di numerose sorgenti nelle vicinanze. Nel 1212 fu intitolato a San Bernardo di Chiaravalle, il quale nel 1134 vi passò del tempo ampliando l’eremo. Passato da uno ordine religioso ad un altro nel corso dei secoli, trasformandosi la società mettendo in crisi la pratica dell’eremitaggio, nel 1700 è passato a proprietà privata. La chiesina di San Bernardo, ristrutturata più volte è attualmente integrata all’interno della attività della “Cooperativa Agrituristica del Lungomonte Pisano”.

Tre Colli

Santuario dedicato a San Bartolomeo nel XIII secolo, ha origini risalenti a prima del X. Purtroppo l’aspetto odierno lo si deve a ristrutturazioni recenti, poco è rimasto della antica chiesa e del borgo medievale, la cui torre sorgeva dove ora è il campanile della attuale.

Monte Serra (917 mt)

Nonostante sia il monte più alto del gruppo, la sua cima non è accessibile, in quanto ospita sulla sua cima, in area recintata, numerosi ripetitori della RAI. Il suo nome deriva dal fatto che con la sua altezza “serra” la vista del mare a coloro che abitano sull’altro versante. Alle pendici del Monte Serra, il 3 marzo 1977 avvenne un incidente aereo della  46° Aereobrigata dell’Areonautica Militare Italiana, con a bordo 38 allievi della Accademia Navale di Livorno, un ufficiale e 5 membri dell’equipaggio, di cui nessuno sopravvisse. Dopo la tragedia fu eretto a memoria delle 44 vittime, un sacrario, detto ”Faro del Monte Serra”, come una prua di una nave che sovrasta la zona del monte in cui si era verificato lo schianto, con un faro di luce intermittente visibile nella notte dalla vallata. Dal 3 marzo 2007, a 30 anni dall’evento, a ricordo, viene organizzata una corsa podistica in salita, dalla Certosa di Calci fino ai piedi del monumento-faro (9266 Km per 600 m di dislivello).

Monte Faeta (831 mt)

Seconda cima del crinale, prende il suo nome dalle faggete che un tempo abbondavano sulle sue pendici; facilmente raggiungibile, dalla sua cima si può godere di uno splendido paesaggio su Pisa, le anse dell’Arno, il mare in lontananza, e nelle giornate più limpide l’isola di Gorgona fino a tutte le isole del Mar Tirreno e la Versilia che si estende a nord-ovest verso la Liguria.

Passo di Dante

“Questi pareva a me maestro e donno, cacciando il lupo e ‘ lupicini al monte per che i Pisan veder Lucca non ponno.” La Commedia Inferno canto XXXIII. In questi versi si sintetizza, secondo Dante, il ruolo di protezione e difesa del Monte Pisano. Il poeta da il nome al passo che consentiva ai nostri antenati il passaggio tra la lucchesia e la piana pisana. Un cippo posto in epoca rinascimentale, ritrae la figura maestosa del vate, ma ci piace ricordare che quella zona fu di transito già per le abitazioni preistoriche, poi per gli etruschi, i romani e tutti i successivi frequentatori.

Cisternone

La Valle della Fonti è il toponimo riferito ad una stretta vallata che si trova ad oriente del paese di Asciano, racchiusa fra le ripide fiancate del Monte di Mirteto e quelle di Costia Grande. L’acqua che sgorga ha reso preziosa la zona in ogni epoca e durante la seconda metà del 1500 nacque l’esigenza di incanalarla per portarla verso Pisa. Iniziarono così le prime opere di canalizzazione delle sorgenti più importanti fino alla costruzione dell’ Acquedotto Mediceo, che tuttora collega Asciano a Pisa con 954 archi ed una lunghezza di circa 6 Km, per alimentare le varie fontane della città. L’opera fu iniziata nel 1588 e terminata nel 1613 grazie a Ferdinando I ed in seguito Cosimo II de’ Medici.   La rete delle prese sulle fiancate della Valle passava attraverso edifici di filtro con vasche contenenti ghiaia di varie dimensioni, sabbia o addirittura carbone per raggiungere un notevole grado di purezza, fino ad essere convogliate nel Cisternone. La struttura attualmente visibile è il frutto dell’ampliamento delle precedenti strutture e i lavori furono condotti sotto il Granducato di Cosimo III nel 1695. All’interno vi è una grande vasca di decantazione utilizzata per chiarificare le acque sorgive durante i periodi di pioggia. Dal fondo della vasca una tubazione scorre dentro una galleria sotterranea percorribile, in quanto larga 1 metro e alta circa 1,30 metri, che arrivava alla Casa del Fontaniere il quale aveva come compito “l’ufficio di aprire e chiudere le chiavi maestre, lasciar passare solo una determinata quantità d’acqua giorno per giorno, e solo quella che ha avuto il tempo di diventar limpida e perfetta”.  

Mirteto

 Piccolo borgo disabitato in stato di abbandono, si trova a 282 m s.l.m. sopra il paese di Asciano, giace nel solco tracciato dal rio Foce Pennecchio, sul versante orientale del Monte Faeta. Il complesso comprende una bellissima chiesa in stile romanico del 1100, con mura ed altare ben conservati, priva della copertura, intitolata a S. Maria ad Martyres, rimasta attiva fino al 1700. Il resto degli edifici comprende abitazioni, forni e cantine, abitate ed utilizzati fino all’inizio del 1900, quando l’isolamento e la difficoltà nel raggiungere il piccolo complesso ne hanno portato il progressivo abbandono, L’accesso è vietato a tutte le strutture al di fuori della chiesa in quanto le strutture sono pericolanti. Il nome del piccolo borgo deriva dalla presenza di piante di mirto nell’area e su tutto il versante orientale del Monte Pisano.

Scarpa d’Orlando

I Bottinelli sono piccoli “casotti” in muratura sparsi sul Monte Pisano, risalenti al XI-XII secolo, per riparare i luoghi di presa dell’acqua sorgiva che andava poi alle cisterne situate vicino ai centri abitati. La Scarpa di Orlando è chiamata una zona vicino a Mirteto dove sorge un Bottinello in buono stato di conservazione. Tutti i Bottinelli avevano all’interno una vasca riempita con ghiaia proveniente dal vicino fiume Serchio, un rudimentale sistema di filtrazione, per facilitare la sedimentazione e la purificazione delle acque, in quanto soprattutto durante i periodi di pioggia, l’acqua sorgiva si mescolava con quella fangosa di scolo. Altri, situati lungo il percorso delle condutture, erano utilizzati per ridurre la velocità del flusso delle acque o addirittura per interromperne il corso.